Canzone di Maremoto
(libera traduzione dall’originale “Here Comes The Flood” di Peter Gabriel, una canzone che straordinariamente sembra descrivere perfettamente il maremoto che distrusse Messina e Reggio Calabria il 28 dicembre 1908 )
Ecco, arriva la marea
Quando arriva la notte
I disturbi crescono
Fra le onde radio
E tante altre cose strane
Accadono, come preavvisi del futuro prossimo
Poi ecco le stelle del mare senza piu’ rifugio
Immobili attendono, la marea
Noi, non abbiamo piu’ direzione,
ne’ possiamo scegliere da che parte stare
Percorrevo il vecchio sentiero
Vuoto sul bordo, nel vuoto delle acque
Sulle colline intorno
Stavano diventando grandi, bambini e bambine
Quando da sotto il mondo di pietra e’ venuto in su’
Con onde di metallo scaraventate verso il cielo
E mentre i chiodi si conficcavano nelle nubi, la pioggia
Era calda, e inzuppava gia’ la gente
Ecco, arriva la marea
Diciamo addio alla nostra carne, e alle nostre ossa
Se poi i mari torneranno al silenzio
Di fronte a qualcuno ancora vivo
Sopravviveranno quelli con la loro isola
Bevete pure, voi che ancora sognate. Fra poco tornera’ l’asciutto
Quando e’ il momento della marea
Non hai piu’ casa, non hai piu’ mura
Nel fragore di tuono
Ci sono mille anime, in un lampo
Non aver paura di piangere a cio’ che vedi
Tutti sono andati via, ci siamo solo noi
E se poi ci perdiamo prima dell’alba, costruiranno
Su quel che resta di noi
Ecco, arriva la marea
Diciamo addio alla nostra carne, e alle nostre ossa
Se poi i mari torneranno al silenzio
Di fronte a qualcuno ancora vivo
Sopravviveranno quelli con la loro isola
Bevete pure, voi che ancora sognate. Fra poco tornera’ l’asciutto
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