Travaglio secondo Zucconi

14Mag08

Quello sconosciuto di D’Avanzo non basta…sentiamo cosa dice Vittorio Zucconi, anch’egli difficilmente inquadrabile fra i seguaci di Berlusconi e di Schifani (al quale riserva giudizi molto pesanti, del tipo “siamo di fronte al cavallo di Caligola“), riguardo la Bocca della Verita’, alias Marco Travaglio:

Il diritto di esprimere pubblicamente la propria opinione, cosa assai diversa dalla libertà di opinione che senza mezzi per esprimerla serve al massimo a litigare al bar, non significa il diritto di dire qualsiasi cosa e soprattutto non comporta il diritto di accusare.

[…] Un giornalista non è un magistrato, come un magistrato non è un giornalista. Cadere nella presunzione del proprio ruolo inquisitorio, soltanto perché si dispone dello strumento per farlo, non è informazioni, è egolatria da indici d’ascolto e diritti d’autore. Gli standard giornalistici per un’inchiesta, anche la più rigorosa, non sono fortunatamente quelli della giustizia penale e la giustizia penale non dovrebbe esprimersi attraverso i mass media, ma attraverso gli atti.

Un’accusa non è una denuncia, una denuncia non è un’incriminazione, un’incriminazione non è una sentenza. Sembra ovvio, ma in Italia non lo è.

[…] Le accuse restano per sempre, e qualcosa rimane comunque appiccicato, come ben sa chi le lancia, soprattutto oggi grazie alla Rete che diffonde informazione e disinformazione con equanime indifferenza, senza distinguere, e non è la bocca della verità, ma soltanto una enorme bocca. Il 15% degli americani è, e sarà per sempre, convinto che Barack Obama sia mussulmano, perché la falsa notizia è circolata in Rete. E se essere mussulmano non è una colpa, altro che agli occhi di celebri impostori, certamente è un formidabile handicap politico.

[…] La censura ha i propri migliori amici in coloro che abusano della libertà di espressione.

[…] Lei si rende conto di offendere senza volerlo i magistrati che in Sicilia hanno incriminato legioni di pezzi grossi, hanno rischiato carriere e perduto la vita nella lotta infinita contro la Mafia, affermando, come nella sostanza fanno i cavalieri della verità da talk show e da blog, che in 30 anni, dalla famosa società di Schifani nel 1979, non avrebbero mai trovato il coraggio, o la materia, per denunciarlo e incriminarlo? Tutti complici? Tutti vigliacchetti? Tutti servi del potere, anche quando il potere apparteneva ad altri? Tutti mafiosi pure loro?

[…] Anche travestire opinioni, o interpretazioni, da fatti è una maniera micidiale per inquinare e perciò inesorabilmente distruggere l’informazione, non c’è soltanto la censura con l’accetta. Condivido appieno la sua angoscia, ma non supereremo questa fase orribile dell’informazione italiana idolatrando o demonizzando chi accarezza o arruffa il pelo del nostro rancore tifoso.



5 Responses to “Travaglio secondo Zucconi”

  1. 1 Roland

    Un bella arrampicata sugli specchi, quella di Zucconi. Travaglio non ha affermato che le frequantazioni di Schifani avessero rilevanza giudiziaria. Ma sicuramente hanno una vistosa rilevanza (est)etica. Tutto lì.

  2. Io non sono nessuno, Cruciani non capisce niente, D’Avanzo non va bene, Zucconi si arrampica sugli specchi…ma insomma chi potra’ osare criticare questo Santo Travaglio? Forse Beppe Grillo???

  3. 3 authan

    La domanda NON e’: Schifani e’ mafioso e deve andare in galera si o no? (NO ovviamente). La domanda e’: era schifani il miglior candidato possibile per la presidenza del senato? Per me NO! Fine! Qual e’ il problema? Non si puo’ criticare “San Schifani”? Lo puo’ fare solo Bondi? (applico lo stesso tuo ragionamento alla rovescia)

    Altro esempio.
    Mancini, allenatore dell’inter, intercettato con personaggi loschi, deve andare in galera? Naturalmente NO, ma e’ la domanda sbagliata (lo dico pure a Cruciani che ha citato la questione oggi, giovedi 15 maggio). La domanda giusta e’: ammesso che gli eventi di cui si parla siano verificati, sebbene non ci sia nulla di penalmente rilevante, e’ Mancini la persona “moralmente ideale” alla guida dell’Inter?

    Non si chiedono ghigliottine, si fanno osservazioni. Ognuno di tali osservazioni ne faccia l’uso che vuole. Gli italiani non si fanno manipolare da Travaglio piu’ di quanto non si facciano manipolare da Emilio Fede. Perche’ di travaglio si ha cosi paura? Perche’?

    A margine: cosa significa “moralmente ideale”? Tutto e niente, e’ un asticella astratta che ognuno pone dove vuole, ma per capire cosa fare dell’asticella deve sentire dei pareri. Io dico che Mancini si dovrebbe dimettere. Qualcun altro dira’ di no. Un terzo ascoltera’ le due opinioni e si fara’ un idea. Dov’e’ il problema? C’e’ un problema?

    Ciao,
    authan

  4. Fosse vivo Leonardo Sciascia classificherebbe Travaglio tra i Professionisti dell’Antipolitica (insieme a Grillo). Sui Professionisti dell’Antimafia credo che Sciascia abbia fatto il paio con quell’altro giudizio ingeneroso: “Ne’ con lo Stato”, ne’ con le brigate rosse.
    Ma sono convinto che avrebbe espresso il giudizio su citato e avrebbe, questa volta, colto nel segno.
    Pur ritenendo non solo lecito, ma anche doveroso da parte di un giornalista, cercare la verita’ mentre tutti tentano di nasconderla, diventa controproducente forzare la verita’, riuscendo così ad ottenere una corrente di simpatia verso coloro che si vorrebbero fare apparire come colpevoli e finiscono invece con l’essere, o apparire (che e’ quasi lo stesso), vittime di macchinazioni.
    Prudenza con le accuse, non per insabbiare, ma per rendere veramente credibili quelle suffragate da elementi attendibili di prova, o almeno di numerosi indizi plausibili.


  1. 1 Ma Chi Se Ne Importa Di Santoro… « Maurizio Morabito

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