Climatologia fra Bufale e Scienza

01Feb07

Rinaldo Lampis sul blog Consensus si chiede: “L’effetto serra. Un’altra bufala?” citando i “cambiamenti climatici” che sembrano interessare un po’ di oggetti del Sistema Solare, e non solo la Terra.

E’ una delle tante indicazioni che fanno venir dubbi sulla fissazione dei climatisti nel voler controllare le emissioni di CO2 per evitare chissa’ quali catastrofi.

E’ una bufala, allora, lo sforzo di 2,500 esperti climatologi che partorira’ il 2 Febbraio a Parigi il Primo Rapporto dell’IPCC, il Gruppo Intergovernamentale sul Cambiamento Climatico?

E soprattutto: e’ una scienza, la Climatologia, o piu’ che altro uno sforzo politico per dimostrare che l’Umanita’ e’ perniciosa al resto del Pianeta?

Nella mia non troppo umile opinione, la Climatologia è una scienza: solo, è troppo giovane per essere immune dal lavoro di persone di buona volonta’ attualmente impegnate (1) a pavimentare inconsapevoli la proverbiale strada per l’Inferno e (2) a cercare di scoprire come convincerci a utilizzare quella perniciosa via.

Mi ricorda l’antropologia nel XIX e nel primo XX secolo, quando il malguidato scopo di una scienza appena fondata era di classificare le razze umane per farne una graduatoria: anche quello, uno sforzo fatto onestamente per migliorare l’umanità e il mondo.

Un altro esempio molto lampante è cosa è accaduto quando persone ben informate hanno deciso di introdurre in Australia il Rospo delle Canne (Bufo Marinus) per combattere le infestazioni di insetti. ..con risultati orrendi e quelli si’ catastrofici.

Quando riusciranno, la maggior parte dei Climatologi, a liberarsi dal servilismo verso la Politica che caratterizza i lavori ONU dell’IPCC?

Figuriamoci, il Secondo Rapporto, quello che dovrebbe essere scientifico, deve per statuto sottostare al Primo Rapporto, scritto con e da qualche decina di burocrati.

Quando tornera’ la Climatologia a mostrare quella umilta’ e quell’amore per la ricerca di base e la fisica dell’atmosfera che ne farebbero una scienza solida?

E quando smettera’ di inseguire l’ennesimo supercomputer per far calcolare l’ennesimo modello di clima futuro, modello che puo’ essere modificato per predire tutto e niente?

Una speranza c’e’: la si puo’ trovare (in inglese) nell’ottimo blog di Hendrik Tennekes, Direttore della Ricerca all’Istituto Metereologico Reale Olandese.



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